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Se il bar è il luogo della socialità per eccellenza, c’è un locale che sorge nel cuore di Milano che questo aspetto vuole valorizzarlo al massimo. Si chiama Il Girevole e ha nell’inclusività il pezzo forte dell’offerta: è infatti un bar aperto “ai con e ai senza fissa dimora”. Un locale pensato per dare l’opportunità di incontrarsi, stare insieme, fare due chiacchiere bevendo qualcosa, di rigorosamente analcolico, anche a chi è senza casa, senza un letto, senza niente. Un problema rilevante a Milano, dove sono circa 12.000 le persone che hanno come dimora le strade eleganti della città.
E proprio in una delle zone più eleganti della città sorge Il Girevole, nella Galleria Hoepli, a due passi dal Duomo. Il suo nome rimanda allo strumento per i cambi scena a teatro, a sottolineare come sul palcoscenico di una città, cambiando la prospettiva, si scopra come lusso e indigenza convivano negli stessi luoghi. Un nome che rimanda anche alla ruota della vita e della fortuna, che però non sempre e per tutti gira nel verso giusto.
Il progetto è frutto dell’Associazione San Fedele, una storica onlus milanese che da più di 70 anni fornisce farmaci e assistenza sanitaria a persone in stato di necessità, con più di 2400 assistiti all’anno.
«È un’iniziativa che si allontana un po’ dalla nostra tradizionale attività, focalizzata sull’assistenza sanitaria, ma essendo molto presenti sul territorio ci siamo chiesti che cosa si potesse fare per le persone che dormono in strada nel centro città – racconta Francesco Cambiaso, presidente della onlus -. Queste persone ricevono assistenza materiale, perché nella zona c’è una distribuzione permanente di coperte e alimenti, ma si fa poco per la loro inclusione sociale. Una popolazione che pur non frequentando i numerosi locali del centro, spesso si raccoglie intorno a questi, diventando motivo di disagio per i clienti. Abbiamo quindi capito che mancava un locale che fosse un anello intermedio tra i locali del centro e la strada, ovvero la condizione di marginalità: abbiamo voluto provare a coprire tale carenza con questo progetto di bar sperimentale».
E così a novembre dello scorso anno Il Girevole ha aperto i battenti, in collaborazione con la direzione Welfare e salute del Comune di Milano, che ha riconosciuto come attività sociale di interesse cittadino, senza oneri per le casse comunali.
Ambiente curato, con tavolini in ferro battuto, clima leggero e disteso, aperto il mercoledì e il venerdì dalle 18.30 alle 23, Il Girevole è in tutto e per tutto un bar, sebbene non sia un esercizio commerciale. Ma un bar attrezzato per accogliere in modo adeguato le persone senza fissa dimora.
Ad accogliere la clientela dietro il bancone c’è un educatore professionale e nel ruolo di camerieri si alternano psicologi e assistenti sociali, coadiuvati dai volontari dell’associazione. «Non è però un centro di assistenza sociale, ma un bar bello e inclusivo: un locale per tutti e da tutti frequentato – spiega Cambiaso -. La presenza di figure professionali è indispensabile perché approcciare le persone senza fissa dimora richiede competenze. Il loro ruolo è di ascoltare le domande esplicite e implicite che vengono da queste persone, che innanzitutto sono domande di normalità, mentre per la soluzione dei problemi si rimanda ai contatti che abbiamo con le professionalità e le strutture delegate all’assistenza».
Il locale sperimentale nasce infatti come spazio di socialità, come luogo di aggregazione e di incontro, dove passare qualche ora in compagnia, bevendo qualcosa, che è la funzione per eccellenza di un bar. Un’opportunità che in questo caso viene offerta anche ai senza fissa dimora. A questo proposito la proposta beverage è rigorosamente analcolica, per non incentivare l’abuso o dipendenza da alcol, e comprende prodotti di caffetteria, bibite di tutti i tipi e drink a base frutta, preparati dai provetti barman e presentati a regola d’arte. Le consumazioni sono gratuite: l’unico incasso è costituito dalle offerte dei cittadini “normali” che entrano per consumare, mentre tutte le spese sono sostenute dall’Associazione.
Si perché, altro obiettivo del progetto è dare anche al cittadino “normale”, la possibilità di avvicinarsi a chi vive una condizione di marginalità, superando le paure e le barriere che separano da questa realtà, consumare la sua bevanda in un bar frequentato da senzatetto, ascoltarne le storie ed entrando in relazione con loro.
Un esperimento che sta dando i suoi frutti. «Abbiamo visto che l’iniziativa è stata accolta favorevolmente e che entrambe le tipologie di utenza frequentano Il Girevole con piena soddisfazione – commenta Cambiaso -. Questo ci ha spinto ad andare avanti, a portare l’apertura da una a due volte a settimana, e a pensare di incrementarla ulteriormente. Abbiamo anche introdotto forme di intrattenimento, come serate a tema, o serate con musica dal vivo, grazie alla buona volontà di cittadini che vengono con i loro strumenti e regalano ore di divertimento e svago».
Un esperimento che potrebbe essere replicato in altri quartieri. «Andiamo avanti a piccoli passi, perché vogliamo capire come sfruttare al meglio questo strumento – conclude il presidente dell’associazione -. È un’esperienza molto interessante per trovare nuovi canali per affrontare il problema degli homeless, in grado sia di offrire loro opportunità e spazi di risocializzazione sia per gestirne in modo virtuoso la presenza nei quartieri, anche in collaborazione con le attività economiche che sorgono sul territorio, con benefici per tutti».
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